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Murano, Campo dei Santi Maria e Donato
Ho scoperto inaspettatamente Campo dei Santi Maria e Donato di Murano, un pomeriggio di marzo. Della chiesa si vede prima l’abside. Mattone rosso e marmo bianco, ghirlanda di logge e nicchie scandita da due piani di colonne delicate. Un fascino misterioso nasce da questa bellezza, dal vuoto e dal silenzio d’intorno. Tutto mi è sembrato in armonia: pietra, acqua, luce, aria. La torre quadrata del campanile sembrava custodire il campo. Ho girato intorno alla chiesa per scoprire l’austera facciata. Il portone era chiuso. Col passare del tempo questo momento mi pare un sogno.
Ho “rivisto” il campo, leggendo “La révolte des boules de neige”, scritto da una studiosa francese. La storia è accaduta il 27 gennaio 1511. Quel giorno la gente fu invitata a una cerimonia che si svolgeva nella chiesa ogni sedici mesi, chiamata “l’intrar” di un nuovo podestà. Il campo era ricoperto di neve. Arrivò Giacomo Suriano, il nuovo podestà. Sul campo c’era tensione perché Vitale Vitturi, il podestà uscente, era detestato dal popolo. Gli abitanti più ricchi erano entrati nella chiesa. I popolani, vetrai e pescatori, aspettavano fuori. Finita la cerimonia, uscì il corteo degli ufficiali e subito fu bersagliato da palle di neve. Partivano anche dalla cima del campanile. Si levò una canzone: “Surian Surian / caccia via questo can / che ha ruinato Muran”. Tutti fuggirono velocemente. Vitturi non fu ferito, ma crudelmente umiliato, insieme alla Serenissima, attaccata attraverso il suo rappresentante. Marie-Laure CARRERE